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Come installare Python su Linux

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Vediamo ora come installare Python su Linux, in verità nella maggior parte delle installazioni Linux, è già presente un interprete Python. È possibile verificare se questo è vero anche nel nostro caso, eseguendo il comando Python nel prompt di Linux:

$ python

L’esecuzione di questo comando dovrebbe avviare l’interprete interattivo di Python, con un output simile a quello di seguito riportato:

Python 2.4.3 (#2, Apr 27 2006, 14:43:58)

[GCC 4.0.3 (Ubuntu 4.0.3-1ubuntu5)] on linux2

Type “help”, “copyright”, “credits” or “license” for more information.

>>>

Da questo momento in poi potremo iniziare ad utilizzare Python in modalità interattiva; per uscire dall’interprete basterà digitare la combinazione di tasti ctrl + d.

Se al contrario l’interprete Python non è installato, probabilmente si otterrà un messaggio di errore simile al seguente:

bash: python: command not found

In questo caso dovremo procedere ad installare Python su Linux; anche se è difficile che nelle nuove versioni di Linux non sia presente una versione dell’interprete visto il massiccio uso che le applicazioni Linux fanno di Python.

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Comunque nel caso non fosse presente sarà necessario installarlo; allora avremo a disposizione due possibilità:

  1. utilizzare un Package Manager;
  2. compilare il programma dai file sorgente.

Nel primo caso le cose sono estremamente semplici ed immediate, infatti basterà autenticarsi con i privilegi di amministratore ed utilizzare uno dei programmi a corredo di Linux per installare la versione più recenti di Python. Ad esempio su una distribuzione Debian basterà digitare:

$ apt-get install python

mentre su una distribuzione Gentoo Linux:

$ emerge python

ed infine su ubuntu:

$ sudo apt-get install python

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Come installare Python su Mac Os

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Dopo aver proposto una Guida all’installazione di Python in ambiente Windows, in questa lezione vedremo nel dettaglio come installare Python su Mac Os, analizzando attentamente ogni passaggio in modo da eseguire l’intera procedura senza difficoltà e nel minor tempo possibile. In ambiente Mac le cose sono ancora più semplici, e questo è dovuto al fatto che nelle versioni recenti del Mac OS X, una versione di Python è già installata con il sistema operativo.

Per verificarlo e per avere informazioni sulla versione che è attualmente installata basta aprire l’applicazione Terminale (attraverso il seguente percorso: Finder è Applicazioni è Utility è Terminale) e digitare il comando Python -V.

Ad esempio se ci troviamo su Mac Os X versione 10.4.11 la finestra di terminale ci risponderà con qualcosa di simile:

Last login: Mon Jul 19 15:31:39 on ttyp1

Welcome to Darwin!

Mac-Giuseppe:~giuseppe$ Python -V

Python 2.3.5

A dimostrazione del fatto che la versione attualmente installata sul Mac in uso è la 2.3.5. Anche se si desidera installare una versione più recente di Python, è importante lasciare questa versione, questo perché Python è utilizzato in varie parti del sistema operativo e quindi la sua rimozione pregiudicherebbe il normale funzionamento della macchina.

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Vediamo allora come aggiungere a questa una versione più recente; per farlo basterà visitare il sito al seguente url:

http://www.python.org/download/

e scaricare la versione più recente disponibile, facendo attenzione a selezionare la versione corretta per il nostro sistema operativo. Al momento di stesura di questo libro la versione più recente è:

Python 3.1.2 Mac OS X Installer Disk Image (for Mac OS X 10.3 through 10.6)

che rappresenta l’immagine del disco Python-OSX, fatto questo se il vostro browser non l’ha già fatto, cliccate due volte su MacPython-OSX-3.1.2.dmg per fare il mount dell’immagine del disco sul vostro desktop. Da questo momento in poi basterà seguire le indicazioni di seguito riportate:

  • Fate doppio click sul programma di installazione, Python.pkg.
  • Il programma di installazione vi richiederà il nome utente e la password dell’amministratore.
  • Seguite le istruzioni del programma di installazione.
  • Dopo che l’installazione è stata completata, chiudete il programma di installazione ed aprite la cartella Applicazioni.
  • Aprite la cartella Python 3.1.2.
  • Fate doppio click su IDLE per lanciare Python.

Ricordiamo infine che seguendo la procedura appena indicata, avremo aggiunto una versione più recente alla versione già a corredo del sistema operativo, ciò per ribadire che in questo modo saranno presenti due versioni.

Per avviare la versione più recente sarà necessario aprire la cartella Python 3.1.2 presente nella cartella Applicazioni e cliccare sull’icona della idle di Python, in questo modo potremo verificare che la guida su come installare Python su Mac Os sia stata utile.

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Guida all’installazione di Python

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In questa lezione forniremo una vera e propria guida all’installazione di Python utilizzando le risorse fornite dal sito ufficiale della distribuzione Python. Come sempre l’operazione preliminare da effettuare è quella di collegarsi al sito della distribuzione, nel nostro caso in corrispondenza del seguente url:

http://www.python.org/

Selezionare dal menu di navigazione la voce download e quindi scegliere la distribuzione tra quelle più recenti, come già accennato sceglieremo la versione 3.4.2, per la quale avremo una serie di distribuzioni in funzione della piattaforma adottata. Nel nostro caso sceglieremo l’installer di Windows e dopo aver cliccato sulla voce relativa, partirà il download, alla fine del quale avremo sul nostro hard disk il file.

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Allora basterà cliccare due volte sul file per iniziare la procedura, attraverso la quale seguendo le istruzioni dell’installer, assisteremo all’installazione dell’interprete Python sul nostro computer. Nel caso non avessimo spazio sufficiente, potremmo deselezionare il file HTMLHelp, gli script di utilità (Tools/) e/o la raccolta di test (Lib/test/), ma anche in questo caso il consiglio è quello di installare tutto.

Se non si dispone dei diritti di amministratore sulla macchina, potete selezionare le opzioni avanzate (Advanced Options …) e selezionare l’installazione per non-amministratori (Non-Admin Install). Questo va ad influire solo sulla posizione delle chiavi nel registro e sulla creazione delle scorciatoie dei menu.

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Una volta completata l’installazione, e dopo aver chiuso l’installer potremo avviare l’interprete Python attraverso il seguente percorso:

Start > Programs > Python 3.4 > IDLE (Python GUI)

Da questo momento potremo iniziare ad interagire con l’ambiente integrato appena installato. Spero che questa guida all’installazione di Python vi sia stata utile per iniziare a programmare in Python.

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Come installare ActivePython

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Vediamo allora come installare ActivePython che ci occorre per procedere con la programmazione in ambiente Python; per scaricare il pacchetto basterà collegarsi al sito della ActiveState disponibile al seguente url:

 http://www.activestate.com/activepython/

Dopo una schermata introduttiva nella quale vengono presentate le caratteristiche del pacchetto e dove reperire idonea documentazione, nella parte bassa della finestra sarà possibile scegliere la distribuzione compatibile con la nostra macchina, selezionandola in una lista davvero ricca che annovera le seguenti distribuzioni:

  • •           Windows x86
  • •           Linux x86
  • •           Linux x86_64
  • •           Mac OS X (Universal)
  • •           Solaris 8 SPARC
  • •           Solaris 8 SPARC (64-bit)
  • •           Solaris 10 x86
  • •           AIX PowerPC
  • •           HP-UX PA-RISC

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Una volta scelta la piattaforma relativa alla nostra macchina cliccando sul relativo link partirà il download, alla fine del quale potremo trovare il file ActivePython-3.1.2.3-win32-x86.msi sul nostro hard disk. A questo punto basterà cliccare due volte sul file, per attivare la procedura di installazione che risulterà totalmente automatizzata, ci dovremo semplicemente limitare ad assistere da spettatori se non seguire le istruzioni dell’installer.

Se disponiamo di poco spazio sull’hard disk, potremo effettuare un’installazione personalizzata ed escludere la documentazione, ma non risulta particolarmente  raccomandabile a meno che non siate già dei guru del linguaggio e quindi non abbiate bisogno di un aiuto. Una volta completata l’installazione, chiuderemo l’installer ed apriremo l’interfaccia dell’interprete Python attraverso il seguente percorso:

 Start->Programs->ActiveState ActivePython 3.01.->PythonWin IDE

Da questo momento potremo iniziare ad interagire con l’ambiente integrato appena installato avendo potuto verificare come installare ActivePython.

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Installazione di Python su Windows

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Il linguaggio Python supporta il sistema operativo Windows, anzi le performance che manifesta sono a dir poco eccellenti, anche se il sistema nativo del Python è come sappiamo Linux.

Di seguito analizzeremo le procedure di installazione di Python su Windows, analizzando in particolare la procedura dettagliata relativa ad una macchina amd con sistema operativo Windows. Si è deciso di procedere con questa simulazione in quanto su macchine Linux il pacchetto Python è di solito già presente; semmai sarà necessario solo procedere ad un aggiornamento alla versione più recente.

Ci sono essenzialmente due modi per installare Python, entrambi risultano piuttosto veloci e sfruttano la possibilità che offrono tutti gli applicativi Windows di utilizzare delle procedure di installazione automatizzate, i cosiddetti installer, attraverso i quali la fase di installazione del software si riduce da parte dell’utente alla necessità di dover cliccare, una serie di volte su dei bottoni con la scritta avanti.

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In questo caso la cosa risulta particolarmente vantaggiosa in quanto con un solo file si riesce ad installare tutto il software necessario per poter essere immediatamente operativi.

Nel primo metodo utilizzeremo il pacchetto distribuito dalla ActiveState denominato ActivePython che produce un’installazione Windows per Python che comprende una versione completa di Python, un IDE (integrated development environment, in italiano ambiente integrato di sviluppo che aiuta i programmatori nello sviluppo del software), con un editor capace di riconoscere codice Python e quindi di evidenziare i token, più alcune estensioni di Windows per Python che consentono un accesso completo ai servizi specifici di Windows, alle sue API ed al suo registro.

ActivePython è liberamente scaricabile, tuttavia non è open source. Rappresenta un ottimo pacchetto completo che ci permette di accedere all’interprete in modo agevole e senza difficoltà; l’unica nota di demerito può essere rappresentata dal fatto che l’installer di ActivePython di solito risulta essere indietro di alcuni mesi nell’aggiornamento rispetto ai rilasci delle nuove versioni di Python.

Per il secondo metodo invece utilizzeremo il pacchetto disponibile sul sito ufficiale del linguaggio già segnalato in precedenza; anche in questo caso utilizzeremo un installer che sarà in grado di installare sulla nostra macchina sia l’interprete che la Python Gui.

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Il software Python

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Vediamo innanzitutto dove reperire il software Python da installare sulla nostra macchina per poter iniziare a programmare con Python. I pacchetti che dovremo installare sono disponibili sul sito ufficiale del linguaggio al seguente url:

http://www.python.org/

Naturalmente prima di scaricare le versioni del software dovremo informarci sul tipo di macchina a nostra disposizione e sul sistema operativo su di essa installato. Ricordiamo però che Python è disponibile praticamente per tutti i sistemi operativi in circolazione.

L’interprete Python consentirà la traduzione del nostro codice Python in un linguaggio comprensibile al nostro computer e che gli permetterà di eseguire le istruzioni in esso contenute. Nel periodo di stesura di questo libro, la versione corrente dell’inteprete Python è la 3.1.2 che rappresenta quella stabile ed è per questo che negli esempi  che ci accompagneranno nei capitoli successivi ci riferiremo a tale versione.

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Possiamo tranquillamente scaricare il software Python dalla rete, in quanto la programmazione con Python è tutta open source e quindi liberamente scaricabile da internet dove possiamo trovare dei siti che oltre a fornire procedure dettagliate per il download della versione corrente del software forniscono anche una soddisfacente documentazione.

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La portabilità di Python

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Una caratteristica che ha determinato il successo di Python nel panorama mondiale della programmazione è stata la sua estrema portabilità; esistono versioni di Python per piattaforma Linux (suo ambiente naturale visto che qui è stato sviluppato), per sistemi operativi Unix-like, Mac OS, e Windows in tutte le sue versioni.

La versatilità di Python si manifesta nella sua interezza nel momento che esiste una versione di Python anche per l’obsoleto sistema operativo con interfaccia orientata ai caratteri MS-DOS.

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Ma lo sviluppo di Python non si ferma alle piattaforme appena viste ma si estende a quelle che oggi vengono diffusamente utilizzate per la programmazione dei cellulari, di navigatori satellitari e quant’altro. Infine, ma non per ultimo, Python può essere utilizzato su Java e nella .NET virtual machines.

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La sintassi di Python

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La sintassi di Python lo rende perfetto per la costruzione di semplici DSL da utilizzare all’interno della propria applicazione, grazie alla sua sintassi ed alle sue funzionalità di metaprogrammazione.

Abbiamo già specificato che Python è totalmente Object Oriented, questo si traduce nel fatto che in Python tutto è un oggetto. In tale aspetto riesce a surclassare il linguaggio ad oggetti per eccellenza e cioè Java in quanto in Python non esiste nessuna distinzione tra tipi base e oggetti, allo stesso tempo la programmazione orientata agli oggetti in Python non risulta ne invasiva ne fastidiosa, e ciò è dovuto alla sua maggior purezza.

Una caratteristica particolarmente gradita dai programmatori Python è stata la possibilità di utilizzare i cosiddetti blocchi che rappresentano una feature non comune nei linguaggi più diffusi e che permettono di rappresentare diversi problemi, anche molto diversi tra loro, con modalità chiare e significative.

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Il Python risulta amato, allo stesso modo, dai programmatori professionisti che ne apprezzano le caratteristiche più avanzate, e dai principianti in quanto si presenta particolarmente adatto ad essere imparato come primo linguaggio.

Infatti grazie alla sua semplicità, è possibile apprendere le nozioni di base della programmazione, senza doversi preoccupare di innumerevoli convenzioni e aspetti non strettamente legati alla realizzazione degli algoritmi numerici.

Inoltre Python si presenta efficacemente espressivo in quanto fornisce molte strutture dati e tipi built-in ( i tipi built-in rappresentano dei tipi già definiti all’interno del linguaggio); esempi sono:

  • dict,
  • liste,
  • regexp,
  • numeri interi di dimensione arbitraria.

La sintassi di Python fa si che le classi presentino un’interfaccia molto dettagliata, che determina una semplicità nell’utilizzo nelle operazioni comuni.

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Le caratteristiche peculiari di Python

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Le caratteristiche peculiari di Python lo rendono un linguaggio di programmazione soprattutto semplice, il suo utilizzo si apprende in pochi giorni, senza presentare grosse difficoltà grazie ad una sintassi snella e davvero pratica; in aggiunta presentando a corredo un numero davvero corposo di librerie incluse nella distribuzione ed integrabili con quelle installabili, si rende possibile, come già anticipato  realizzare i nostri programmi in brevissimo tempo.

Python si presenta particolarmente dinamico, un esempio è fornito dal fatto che le variabili possono essere tranquillamente utilizzate senza la necessità di dichiararne il tipo, sarà allora l’interprete in grado di identificarle; tutto questo però senza perdere in precisione in quanto le operazioni non consentite tra tipi diversi provocheranno un errore, cioè non potrà mai accadere, in modo più o meno nascosto, che un valore di un certo tipo venga utilizzato come se fosse di tipo diverso (strong typing).

Grazie a questo un operazione del tipo 1+”2″ (somma di un numero e di una stringa) determinerà un errore di runtime, diversamente da linguaggi come php o perl che invece non permettono un controllo analogo.

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In Python è possibile manipolare le classi ed i metodi a runtime, cioè possono essere aggiunti, cancellati o modificati. In questo modo molte delle cose che negli altri linguaggi rappresentano delle strutture complesse possono in Python costituire dei semplici metodi; è altresì possibile aggiungere classi e metodi personalizzati, creando dei Domain Specific Language (DSL). Un Domain Specific Language è un minilinguaggio adatto ad uno specifico problema, l’ideale sarebbe avere un linguaggio per ogni scopo, ma senza il problema di doverlo ogni volta imparare da zero.

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Le origini del linguaggio Python

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Lo sviluppo di Python inizia nel 1989 al National Research Institute for Mathematics and Computer Science (CWI) di Amsterdam ad opera di Guido Van Rossum, che vi lavora come ricercatore. L’idea è quella di implementare in maniera più efficiente i concetti alla base di ABC (All Basic Code), un linguaggio di programmazione pensato per essere facilmente appreso e utilizzato da persone che non avessero alcuna esperienza o conoscenza di progettazione e sviluppo software. Le origini del linguaggio Python nascono dall’esigenza del gruppo di lavoro cui Van Rossum partecipava, di avere a disposizione un linguaggio di scripting per Amoeba, un prototipo di sistema operativo distribuito al quale stavano lavorando.

C’è da precisare che il nome che Van Rossum attribuì al linguaggio non ha niente a che vedere con il rettile che tanto terrore ha disseminato sulla terra. Il nome fu il frutto di un’intera nottata a pensare ad un nome che fosse corto, unico e originale; alla fine fu evidentemente ispirato da una serie televisiva che la BBC trasmetteva agli inizi degli anni 70 “ The Monty Python’s Flying Circus ”.

Sulla nascita del linguaggio l’autore tiene a precisare: “ nel dicembre del 1989, ero alla ricerca di un progetto di programmazione per tenermi occupato durante le vacanze natalizie. Il mio ufficio… sarebbe stato chiuso, e non avrei avuto altro tra le mani che il mio computer di casa. Allora decisi di scrivere un interprete per il nuovo linguaggio di scripting che avevo in mente di recente un discendente del linguaggio ABC ”.

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Van Rossum cominciò realizzando un semplice parser e una semplice macchina virtuale, riciclando le parti migliori di ABC. La prima release del linguaggio fu resa pubblica nel Febbraio del 1991 e, per un lungo periodo, lo sviluppo di Python è stato eseguito nei laboratori del CNRI a Reston negli Stati Uniti.

Nel giugno del 2000, il team di sviluppo di Python si trasferisce a PythonLabs, una organizzazione facente parte del network BeOpen, con il compito di sviluppare il linguaggio Python. Tale team annoverava tra gli sviluppatori anche il suo ideatore Guido Van Rossum. Il 27 ottobre 2000 l’intero PythonLabs Team ha lasciato BeOpen.com a causa di alcuni disaccordi reciproci in merito al futuro di Python.

Il team ha lavorato per Digital Creations creando il framework Zope e Guido Van Rossum ha creato una organizzazione non-profit chiamata Python Software Foundation (PSF), al fine di curare gli sviluppi futuri di Python. In questa lezione abbiamo approfondito le origini del linguaggio Python.

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I commenti in Python

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Commentare in Python è un’operazione che per certi versi si presenta molto diversa rispetto ad altri linguaggi, ma è abbastanza facile abituarsi a questo nuovo modo di inserire del testo esplicativo nei nostri codici.

In Python ci sono fondamentalmente due modi per commentare un programma:

  •   singola linea di commento
  •   linea multipla di commento

La linea singola di commento è utilizzata per inserire un commento breve (o per il debug), mentre la linea multipla di commento è spesso usata per descrivere qualcosa di molto più dettagliato.

commenti.python

Vediamo allora qualche esempio esplicativo per meglio comprendere i concetti fin qui introdotti. Iniziamo con la singola linea di commento:

print(“Questo non è un commento”)
#print(“Questo invece è un commento”)

Allora quando l’interprete incontra il simbolo #(cancelletto) ignora tutto quello che segue il simbolo fino alla fine della riga. Potremmo anche scrivere in questo modo:

print(“Questo non è un commento”)#Stampa di una stringa di testo

Per quanto riguarda invece la linea multipla di commento utilizzeremo il simbolo ”’, vediamo come:

”’
print(“Questo non è un commento”)
print (“Ulteriore riga di commento”)
”’
print(“Questo non è un commento”)

I commenti rappresentano una utile risorsa per il programmatore in quanto ci permettono di inserire del testo esplicativo molto prezioso nell’ottica di riusabilità del codice, ma si rendono particolarmente efficaci anche nella fase di debugging del codice in cui l’inserimento di strighe di testo ci aiuta nell’individuare possibili bug del nostro programma.

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