Abstract
La gran parte dei teatri lirici sono stati costruiti tra la metà del 1700 e la metà del 1800. Gli architetti dell’epoca avevano limitate conoscenze di acustica e la bontà di una sala era il risultato di esperienza pratica, di intuizione e qualche volta di fortuna.
I teatri lirici che sono giunti fino ai nostri giorni, non sempre hanno un’acustica soddisfacente e la necessità di conservare intatto il loro valore storico-artistico ne impedisce ogni possibile intervento migliorativo. Essi hanno generalmente una forma ad “U”, con un ampio palcoscenico; gli spettatori sono collocati nella platea e nei palchetti disposti su più ordini.
I palchetti sono separati dalla platea da una balausta, la quale nei teatri più antichi è in legno rivestito di fregi e strucchi, mentre nei teatri più recenti è realizzata in mattoni rivestiti di fregi e stucchi che non sempre consente di ottenere una buona qualità acustica, in quanto le balaustre rigide possono causare riflessioni indesiderate in sala.
Prendendo come esempio il Teatro “Massimo V. Bellini” di Catania, a seguito di una serie di misure dei parametri acustici, sono state individuate alcune “anomalie” acustiche intrinseche; successivamente, con l’ausilio del programma di simulazione numerica per l’acustica “Odeon”, per migliorare la qualità acustica del teatro stesso, sono state effettuate simulazioni numeriche, inserendo appositi pannelli fonoassorbenti in opportuni punti della sala.
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